TRE PRIORITA’ PER ESSERE CHIESA OGGI

A conclusione della Visita pastorale ai decanati “Lambrate” e “Città Studi”

di don Luigi Badi

Lunedì 29 maggio nella Chiesa di S. Leone Magno a nome dell’Arcivescovo, il Vicario generale della nostra Diocesi, Mons. Mario Delpini, ha concluso la Visita pastorale decanale “feriale” ai decanati “Lambrate” e “Città studi”. L’intero anno pastorale è stato segnato da questa Visita, il cui momento più importante è stato l’incontro dei Consigli pastorali con l’Arcivescovo il 17 febbraio nella basilica dei Ss.Nereo e Achilleo, preparato da un incontro con il Vicario episcopale Mons. Faccendini a gennaio in S. Ignazio.

L’attributo “feriale” scelto dal Cardinale Scola per questa Visita pastorale intendeva esprimere la volontà di non ridurla ad evento celebrativo e facilmente archiviabile. In questa prospettiva, dopo l’incontro con l’Arcivescovo è stato chiesto ad ogni comunità di operare un discernimento pastorale circa “un passo” (una scelta pastorale) da compiere per gli anni a venire. Ogni comunità ha presentato il passo scelto all’interno della Celebrazione della Parola presieduta dal Vicario generale. Questi, a sua volta, lo ha messo in evidenza nella sua Lettera inviata ad ogni comunità, chiedendo di renderlo noto ai fedeli.

Mons. Delpini ha illustrato le priorità che in questo cambiamento d’epoca l’arcivescovo, quale pastore della Chiesa particolare, chiede ai preti e ai fedeli corresponsabili dell’azione pastorale di curare con particolare attenzione. La scelta del passo da parte di ciascuna comunità non esime, anzi richiede una precisa sintonizzazione sulle comuni priorità che la comunione ecclesiale individua come pertinenti all’oggi.

La “coralità sinfonica” di cui ha parlato il Vicario generale, deve esprimersi anzitutto in una rinnovata coscienza che la Chiesa “è una comunità che nasce dall’Eucaristia e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla”.

La prima priorità si tradurrà quindi nel prendersi amorevolmente cura della memoria eucaristica della Pasqua del Signore, soprattutto di quella domenicale. Non certo per un vuoto ritualismo, ma convinti che l’Eucaristia “deve soprattutto propiziare che la grazia del mistero celebrato trasfiguri la vita dei fedeli e si irradi nella vita ordinaria con i suoi frutti irrinunciabili: in particolare deve risplendere la gioia e la comunione che fa dei molti un cuore solo e un’anima sola”. La cura della celebrazione si amplificherà nella cura delle varie forme di preghiera liturgica e di devozione.

La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia, una vocazione, una missione”. Questa seconda priorità, riguarda in modo del tutto singolare la pastorale giovanile, che si caratterizza come intrinsecamente “vocazionale”. L’azione educativa della comunità ecclesiale deve accompagnare i giovani in modo tale che nessuno – ha insistito il Vicario – si senta al mondo senza saperne il “per chi” e “il perché”. Enorme al riguardo è la responsabilità della comunità adulta. Non si tratta di dare semplicemente il “buon esempio”, ma di attestare credibilmente che le scelte definitive non sono una minaccia alla realizzazione di sé, ma il compimento della vita. Ne deriva per gli adulti la necessità di “pensarsi come comunità educante”.

La terza priorità si riferisce al “mondo”.“La comunità dei discepoli del Signore è presente nel contesto in cui vive come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Nella complessità del nostro tempo coloro che condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, promettente per il futuro del paese e dell’Europa”.

Toccherà al Consiglio pastorale parrocchiale o di Comunità pastorale promuovere e verificare l’attuazione di queste comuni priorità e dello specifico passo scelto dalla comunità locale, nella convinzione che la docilità allo Spirito di Gesù non è un’astrazione ma si realizza anche in questa precisa forma.