PRESENTAZIONE DEL LIBRO “PADRE EMMANUEL”
La sala teatro di san Vincenzo de’ Paoli è piena; tutti i presenti ascoltano in religioso silenzio. E’ domenica pomeriggio, 21 gennaio, fuori c’è un tiepido sole, che invita a fare due passi… Cos’è che tiene tutta questa gente incollata alle poltrone per un’ora e mezza? Si parla di un frate, padre Emmanuel Braghini, si proiettano immagini della sua vita. E’ morto quasi sei anni fa, dall’epoca dell’ordinazione -era il 1954- non si è quasi più mosso da Milano, apparteneva al vicino Convento dei Cappuccini di viale Piave, molti dei presenti l’hanno conosciuto. Ma cosa ha fatto di straordinario?
Il titolo dell’incontro è “Cappuccino e grande educatore – Vocazione e paternità”. Ha fondato scuole? Ha scritto libri di pedagogia? Niente di tutto questo. Il suo nome è indissolubilmente legato a quello di un sacerdote ambrosiano più famoso: don Luigi Giussani, iniziatore negli anni ’50 di un movimento cristiano d’ambiente nelle scuole superiori milanesi, Gioventù Studentesca, che in un secondo tempo si chiamerà Comunione e Liberazione. I due sono stati legati da una amicizia profonda e feconda per mezzo secolo, il frate è stato confessore di Giussani per tutti questi anni. Ne ha condiviso cordialmente il carisma, lo ha seguito da vicino nelle mille iniziative che via via sgorgavano da questo carisma, ha collaborato alla crescita spirituale di generazioni di persone, incarnando per loro la misericordia di Dio attraverso il sacramento della penitenza. Niente di spiritualistico però: egli si può dire facesse suo il motto benedettino ora et labora perché era un instancabile lavoratore e invitava gli altri con l’esempio ad esserlo. Come dire: non perderti nei tuoi pensieri, magari sublimi, nei tuoi ragionamenti intellettualistici, ma datti da fare, aderisci alla realtà, abbi cura del mondo, delle cose, degli altri, perché “tutto è nostro” e le cose sono ciò attraverso cui Dio ci chiama, provoca la nostra libertà. Si colloca qui la sua proverbiale attenzione all’ordine delle cose, dagli oggetti più minuti a quelle più importanti.
“Cappuccino intenso e creativo” lo ha definito il cardinale Angelo Scola. Padre Emmanuel ha insegnato religione per decenni nelle scuole superiori statali e non statali; è stato poi per diversi anni assistente spirituale presso l’Università Cattolica. In tutti gli ambienti in cui si trovava ha testimoniato con forza la fede. Certo com’era che il cristianesimo non è un pacchetto di precetti morali né di dogmi ma che il cammino di ognuno ha inizio col fascino di un incontro e viene alimentato e sostenuto da una realtà comunionale, si è sempre impegnato a costruire tali realtà, tali luoghi. Così per moltissimi, giovani e meno giovani, egli è stato un vero educatore e padre. Non trovava nessuna contrapposizione tra il carisma di san Francesco e la modalità che vedeva in don Giussani. Vivendo appieno, con entusiasmo, la sua vocazione suscitò molte vocazioni, nell’ordine francescano e non solo. La serietà del suo impegno non riuscì a soffocare l’innato umorismo, a volte ironico, che lo caratterizzava: il suo superiore, al momento della morte, lo definisce “amante della sua vita francescana e condito di profonda letizia”.
Alcuni dei tanti che lo ricordano con gratitudine hanno trovato posto nella biografia curata da Silvana Rapposelli, edizioni Itaca, pp198, € 15, libro che in questa occasione è stato presentato.