Milano: una città per tutti? Il futuro di Città Studi si chiama Università
Di Meri Salati
Si è svolto il 28febbraio 2019 all’Auditorium Levi a Città Studi il convegno “Una città per tutti? Il futuro di Città Studi si chiama Università” organizzato da Progetto Lambrate, Osservatorio Zona Tre, Assemblea Città Studi e Associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio. Hanno parlato Mario Vitiello di Progetto Lambrate, Salvatore Settis, accademico dei Lincei, Paolo Berdini, urbanista ex-assessore al Comune di Roma, Serena Vicari Haddock, docente di sociologia urbana dell’Università di Milano Bicocca.
Salvatore Settis ha criticato l’idea di realizzare campus universitari fuori dalle città, perché questo non fa parte della tradizione europea e in Italia non ha mai funzionato: quest’idea copre il drastico calo delle risorse economiche per l’università. Ha detto che l’università serve a produrre innovazione, creatività, lavoro, riflettere ed essere lievito della società, ma per questo deve essere ben integrata nella città. Spostare l’università a Expo è come spostare a Expo la Scala o l’Accademia di Brera!
Berdini ha detto che il caso di Milano ha importanza per tutta Italia. Se vince questa idea negativa di spostare un pezzo di università da Milano, le conseguenze saranno negative per tutta l’Italia. Inoltre Berdini ha fatto un esame della evoluzione dei valori immobiliari in Italia con differenze marcate tra grandi città come Milano, che hanno aumentato il loro valore, e piccole città come quelle sull’Appennino, che lo hanno perso e questo aumenta la disuguaglianza. Una volta gli imprenditori e i decisori politici vigilavano su questo. Olivetti diceva che le fabbriche danno il lavoro e le città servono per l’evoluzione spirituale dei cittadini.
Vicari Haddock ha detto che siamo in un momento molto delicato. Ci sono grandi trasformazioni in atto, con progetti su grande scala e attori finanziari molto potenti. Milano è ormai controllata dai grandi fondi immobiliari internazionali. A Milano c’è un capitale sovrabbondante che attira, ma chi investe vuole garantire i ritorni quindi vuole costruire proprietà di lusso, non case popolari. La domanda è quindi: la futura Milano sarà una città di tutti o solo di alcuni? C’è interesse a fare grandi trasformazioni, ma non a investire per risolvere piccoli problemi di degrado locale che sono, però, molto importanti per la coesione e la vivibilità del cittadino, soprattutto in periferia.
Al termine sono intervenuti il Prof. Tarallo del dipartimento di Matematica, che ha spiegato che con il trasferimento il dipartimento perderebbe gran parte dei suoi studenti e che a Expo non sono previsti spazi adeguati per lo studio personale degli studenti, Marina Romanò dell’Assemblea Città Studi che ha riscostruito la storia dell’opposizione del quartiere, lo studente di Fisica Jacopo Ciccojanni, Angelo Avelli di Progetto Lambrate, Francesco Pagnotta, dipendente tecnico-amministrativo di Unimi.