La povertà a Milano e in zona 3

poverta
Chi sono i poveri oggi a Milano? Quali caratteristiche hanno? Una risposta a queste domande ci viene dall’Osservatorio delle povertà di Caritas ambrosiana che ormai da 14 anni raccoglie e diffonde i dati sulle persone che si rivolgono ai suoi centri di ascolto distribuiti sul territorio della diocesi. Nell’ultimo anno considerato sono state ascoltate 14.714 persone in tutta la diocesi, 7.189 nella sola città di Milano. Si tratta di una cifra per difetto perché i dati provengono solo dai centri campione che partecipano all’indagine più tre servizi Caritas (SAM, SAI e SILOE).

Questo l’identikit delle persone che si sono rivolte ai centri Caritas della città di Milano:

Donne 52,6%

Stranieri 67,8% (principali nazionalità: Perù, Marocco, Ecuador)

Fascia età prevalente 35-44 anni

Coniugato 38,2%

Disoccupato 55,4%

Se si guarda l’andamento nel tempo di questi dati, soprattutto a partire dal 2008, va sottolineato che la crisi ha sicuramente inciso su alcune caratteristiche delle persone che si rivolgono ai centri Caritas.
Per quanto riguarda il genere, le donne, che hanno sempre rappresentato la parte prevalente dell’utenza dei centri, sono diminuite in virtù delle sempre maggiori difficoltà a ricevere aiuto per trovare un’occupazione, soprattutto nel settore della cura e dell’assistenza domestica; la presenza maschile, tradizionalmente minoritaria, è invece aumentata in modo considerevole, avvicinandosi alla percentuale femminile. Per quanto riguarda la nazionalità, gli stranieri, pur rappresentando ancora la maggioranza degli assistiti dei centri Caritas, negli anni della crisi hanno continuato a diminuire. E questo nonostante negli ultimi 7 anni la situazione degli stranieri nel nostro Paese si sia aggravata.
Il fenomeno può avere diverse spiegazioni:

– la prima è connessa alle maggiori difficoltà incontrate in questi anni dalle Caritas nel dare una mano alle persone che si rivolgevano loro, soprattutto a chi stava cercando un lavoro. Difficoltà che in molti casi hanno disincentivato le persone a rivolgersi ai centri stessi;

– negli stessi anni in cui in Italia la decrescita economica ha generato disoccupazione, in alcuni paesi, specie dell’America Latina, si sono verificate condizioni economiche e di sviluppo che hanno incentivato molti migranti a rientrare nel paese di origine. In particolare, Ecuador e Perù, sono due dei paesi in cui i rientri sono stati più frequenti, anche perché spesso sono stati promossi dai loro consolati in Italia;

La crisi ci ha lasciato in eredità uno zoccolo duro di disoccupati di lungo periodo. La presenza di persone disoccupate di lungo periodo si è così incrementata da capovolgere la situazione precedente, che vedeva prevalere tradizionalmente i disoccupati di breve periodo. Aumentano le richieste di beni alimentari e di sussidi economici. Le ragioni di questo incremento vanno individuate sia in un generale impoverimento della popolazione del campione, che nel tentativo dei centri Caritas di aiutare nel modo più immediato persone e famiglie che altrimenti non avrebbero saputo come supportare. Inoltre, nell’ultimo anno sono aumentati considerevolmente i sussidi economici, soprattutto quelli destinati al pagamento di bollette e tasse. Anche in questo caso, i centri e i servizi stanno cercando di rispondere a queste richieste, laddove possibile, ma è impensabile che possano continuare a supplire alle carenze delle istituzioni. Abbiamo chiesto a Giovanni, volontario del Centro di Ascolto della “Mensa delle Suore” di via Ponzio 75, di confrontare questi dati cittadini con quelli del servizio della nostra zona e lui ha dichiarato: “Partendo dal mio osservatorio specifico e collegandomi alle altre realtà delle Caritas Decanali e Parrocchiali abbiamo riscontrato in Zona 3 una riduzione di richieste di aiuto di circa il 4%. Una riduzione legata alla crisi economica che ha portato alle diverse motivazioni sopra espresse, con una importante uscita da parte di immigrati bisognosi sostituiti al 50% da italiani in forti situazioni di disagio”