CITTÀ STUDI: IL POLITECNICO NON BASTA
di Francesco Arrigoni
Prima della pausa natalizia il Municipio 3 ha organizzato un’assemblea col rettore del Politecnico Ferruccio Resta; la sala consiliare era particolarmente affollata di cittadini e con una ampia partecipazione di consiglieri municipali sia di maggioranza che di minoranza, ad evidenziare l’importanza dell’incontro che vedeva l’istituzione locale come fondamentale punto di riferimento per la comunità della Zona 3. Dopo i saluti del presidente Caterina Antola e l’introduzione dell’assessore all’urbanistica del Municipio 3 Antonella Bruzzese, il rettore ha ricordato che il Politecnico di Milano ha una vocazione non solo nazionale ma si deve confrontare con altre università del mondo secondo standard di livello internazionale. Ha quindi ampiamente illustrato il piano di riqualificazione della facoltà di Architettura, secondo un progetto firmato da Renzo Piano, che prevede inoltre di ristrutturare una zona relativa alle adiacenti aule d’ingegneria con creazione di nuovi spazi verdi. Nell’illustrare questo programma ha anche fatto presente che una gran parte degli investimenti necessari sono già stati stanziati, rimane ancora da reperire circa un 20% cercando di coinvolgere la Regione Lombardia. A proposito di finanziamenti, su sollecitazione di alcuni interventi, ha ricordato che milioni di euro sono arrivati dallo Stato ma riguardano la ristrutturazione del centro balneare Romano e sono ad esso vincolati e quindi a rischio di perdersi se non vengono effettuati i relativi lavori. Ha poi fatto presente che attualmente a Milano il Politecnico si regge su due gambe, Il campus Leonardo ed il campus Bovisa, ed ha necessità di ampliare i suoi spazi per soddisfare e gestire al meglio l’incremento di studenti. E’ quindi disponibile ad espandersi nell’area, eventualmente liberata, dal trasferimento delle attuali facoltà scientifiche della Statale a Rho-Pero ma ha sottolineato che dell’area liberata il Politecnico è interessato per un 10%-15% secondo le future necessità. E’ quindi evidente che il progetto della futura Città Studi è ancora in una fase che possiamo definire “embrionale”, di studio ed analisi della situazione attuale commissionata al consulente del comune Prof. Balducci.
Per confermare, come più volte affermato, la vocazione universitaria di Città Studi, è necessario che oltre al Politecnico anche l’Università Statale e l’Università Bicocca segnalino quali facoltà saranno presenti in zona e quali investimenti saranno necessari per il futuro. Il progetto di un’eventuale riconversione dell’area Città Studi è un compito impegnativo ed è positivo che il dipartimento di studi d’urbanistica del Politecnico venga investito del problema, ma, a mio avviso, il municipio 3 dovrebbe ripetere la “convocazione” dei rettori delle università e dell’assessore comunale all’urbanistica per continuare a seguire lo sviluppo della “vicenda” e per venire incontro alle esigenze manifestate dai cittadini contro il declino di Città Studi.