ANNUNCIO DI VITA
DI don Natale Castelli
Per augurarci un buon Natale possiamo contemplare un’immagine: l’annunciazione dipinta dal Beato Angelico e conservata a Cortona. Tra l’angelo e Maria si instaura un dialogo intrecciato in tre frasi scritte a modo di fumetto.
I due personaggi sembrano ritratti un attimo prima di quel dialogo: l’angelo interpella Maria ed è in attesa della risposta; Maria è sospesa tra lo stupore della chiamata e l’assenso comunque già dato nel suo cuore. Un fotogramma di tensione verso il futuro fondato su una vocazione e plasmato da una risposta. Questa dimensione di attesa è ciò che rende affascinante il cammino e lo colma di promesse, come è bello l’avvento prima del Natale. La tradizione biblica paragona l’attesa di Dio al tempo del fidanzamento, bellezza di un sogno denso di promesse per la storia che si andrà a costruire. Questa immagine presenta Maria liberata dalla solitudine, poiché può dialogare con Dio e godere della intimità della sua presenza nel figlio che da lei nascerà. Una vita che si apra nella risposta a Dio che chiama, può essere colta per noi come un augurio? Non viviamo forse in un’epoca apparentemente priva di attesa? Il concetto stesso di fidanzamento rischia l’evanescenza quando l’avventura di coppia sembra non avere più bisogno del matrimonio per trovare compimento. La partenza e il traguardo sono ancora separati della pista che pone una distanza e richiede la fatica dei passi? Niente paura. La dimensione dell’attesa, il gusto per il futuro appartiene all’uomo perché siamo fatti di tempo. Dio ci ha creati così perché Lui stesso respira nella storia e ci fa sperare, come Maria, che un angelo ci mostri una meta, ci indichi un cammino.