LA CATTEDRA DEL CONCILIO
intervista a don Giuseppe Grampa, parroco di San Giovanni in Laterano.
Lo scorso 11 Ottobre si è aperto l’Anno della fede voluto da papa Benedetto XVI per tutta la Chiesa a cinquant’anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
La parrocchia di San Giovanni in Laterano ha deciso di vivere con intensità questo speciale anno pastorale con una “Cattedra del Concilio”, iniziativa che per tutto l’anno accompagnerà la riflessione sui testi e lo spirito del Vaticano II.
1. Una cattedra che in 8 incontri si propone di rileggere il Concilio con l’aiuto di relatori di alto profilo. Se molte parrocchie della Diocesi hanno organizzato alcune serate, voi avete pensato proprio ad un unico grande percorso …
Il nostro Consiglio pastorale ha scelto di vivere l’anno della fede nella luce del Concilio Ecumenico Vaticano II a cinquant’anni dalla sua apertura. Il Concilio, infatti, è stato un grande evento di fede, per questo ci è sembrato bello unire queste due ricorrenze con una serie di incontri di alto profilo. Abbiamo individuato alcuni grandi temi del concilio; un primo incontro con lo storico della Chiesa Saverio Xeres dedicato a illustrare la cornice storica del Concilio e il suo rapporto con il concilio vaticano primo. Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, ha affrontato il tema del dialogo, dentro la chiesa e con il mondo; il terzo incontro ha visto la presenza dell’Arcivescovo cardinale Scola che ha risposto alla domanda Chi è la Chiesa? Il quarto incontro, organizzato dai giovani del decanato ha visto la presenza di un testimone del concilio, monsignor Luigi Bettazzi, l’ultimo dei vescovi italiani che ha partecipato al concilio e che ci ha raccontato la sua personale esperienza di questo evento. Siamo così a fine Gennaio..
2. Quali sono gli appuntamenti dei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi incontreremo il rabbino Laras per i rapporti tra Chiesa e ebraismo, Andrea Grillo docente di Liturgia sul rinnovamento liturgico, il pastore valdese Paolo Ricca sull’ecumenismo, per finire con padre Silvano Fausti sul tema della Chiesa serva della Parola. Come si vede un programma ricco, impegnativo e che nelle serate già vissute ci ha restituito il clima intenso ed entusiasta del concilio. Aggiungo che ogni incontro é introdotto da un video con volti e voci di quegli anni ormai lontani ma non dimenticati.
3. L’iniziativa della cattedra è dedicata alla memoria del cardinal Martini, che del Concilio è stato certamente uno dei più autorevoli testimoni. Proprio Martini nel suo episcopato organizzò un’altra cattedra, quella dei non credenti. Ricordando che alla cattedra del concilio sono invitati tutti, parrocchiani, cittadini, credenti e non, possiamo dire in qualche modo che le due “cattedre” siano legate da un filo comune?
Abbiamo scelto il titolo Cattedra del Concilio riprendendola ovviamente dall’analoga cattedra dei non credenti voluta dal cardinale Martini; anzitutto per ricordare anche con questa felice formula il nostro indimenticabile arcivescovo Martini, ma poi per dire che volevamo metterci tutti in ascolto del Concilio, mettere in cattedra il Concilio perché continui a parlarci e istruirci, perché continui ad essere per noi la bussola, l’orientamento.